Caro Sindaco e candidato segretario nazionale del nascente Partito Democratico.
Sono un giovane cittadino di 29 anni, elettore di centro-sinistra, appassionato di politica e, recentemente, coordinatore di un neonato “Movimento per il Partito Democratico”, che ha deciso di impegnarsi insieme ad altri cittadini volenterosi affinché il nuovo partito diventi la piena realizzazione di quel disegno politico che lei va sponsorizzando da almeno 10 anni. Allora fu tra i primi a credere nel progetto politico dell’Ulivo, come il primo passo di un lungo cammino che avrebbe dovuto portare alla nascita di un nuovo soggetto politico in grado di raccogliere le sfide che un Paese complesso come l’Italia presenta, dando risposte che sappiano coniugare, tra le altre cose, valori importanti come equità e giustizia sociale.
C’è, però, ora, da gestire un primo e importantissimo passaggio, quello della costituzione del nuovo partito. La sfida è di quelle difficili, a partire dalla decisione di far confluire, all’interno di un unico contenitore, due grandi storie politiche, culturali e umane. Ma avete deciso, saggiamente, rispettando i principi basilari della Democrazia, di avviare un percorso che punta a sostenere questa complicata operazione con l’appoggio di una grande partecipazione popolare, che avrà il suo primo e significativo momento di espressione con le primarie del 14 ottobre.
Tuttavia, sa benissimo che, al momento attuale, chiamare i cittadini ad esprimere semplicemente una preferenza, o meglio due, per i ruoli di segretario regionale e di segretario nazionale, non basta. Da più parti, recentemente, si è di nuovo messo l’accento sulla scollatura esistente tra la società e la politica, una frattura che rischia di produrre spinte centrifughe in direzione di personalismi ed egoismi, a discapito della tutela del bene comune, e che, comunque, genera, in generale, uno scetticismo e una sfiducia nei confronti delle istituzioni e dei suoi rappresentanti.
Sono dunque giusti i suoi propositi affinché il nuovo partito dia una nuova identità collettiva alla società, in modo da recuperare un rapporto che si sta interrompendo.
Per fare questo è necessario aprire il futuro partito ai cittadini, raccoglierne le idee, incoraggiare e sostenere una loro partecipazione attiva, in modo da renderli i veri protagonisti, non solamente della fase costituente, ma anche della successiva vita del partito, cosicché non si perdano mai i contatti tra chi sarà chiamato a costituire la nuova classe dirigente, sia a livello nazionale che locale, e la base, e sempre sia vivo un dialogo fondato su di una disponibilità all’ascolto reciproco.
Noi del “Movimento per il Partito Democratico” siamo nati a Lucca, un comune della Toscana, con lo scopo di favorire questo processo, promovendo tutta una serie di iniziative volte a mettere in contatto i cittadini, farli parlare ed esprimere le loro idee, le loro aspettative, le loro problematiche e anche le opinioni critiche. E stiamo riscontrando un una buona partecipazione perché intorno al Partito Democratico c’è grande attesa.
Non possiamo, però, fare a meno di notare il grave ritardo delle direzioni locali di DS e Margherita, che ancora non hanno promosso e attivato alcuna vera iniziativa per favorire l’interesse e il coinvolgimento della cittadinanza. È la dimostrazione di una forte miopia che rischia di indebolire il PD, a ragione del fatto che, anche qui come altrove, si stanno diffondendo sempre di più le voci che i giochi per le future liste, che dovranno essere presentate a breve, sono già stati fatti all’interno delle solite “stanze” degli ormai noti “palazzi”, by-passando qualsiasi confronto con la società e cancellando qualsiasi possibilità di rinnovamento.
In più, sembra che sia impossibile la formazione di qualsiasi lista “veramente” civica, che non abbia al suo interno qualche rappresentante politico in grado di garantire gli agganci con il candidati segretario regionale e nazionale che si scelgono di sostenere.
Non le nascondo il timore che il silenzio dei partiti, le voci suddette che aprono la strada a polemiche distruttive, la difficoltà di avere per poi dare informazioni sicure per conferire la certezza alle persone che si sta avviando un qualcosa di importante e nuovo, la mancata possibilità di costituire liste civiche completamente rinnovate, rappresentino dei pericoli seri e immediati per la buona riuscita del progetto di costituzione del nuovo partito cui si è dato corso e per il quale ci sarebbero molte più persone di quante non si creda, semplici cittadini come me e come tutti quelli che sono nel Movimento a cui abbiamo dato vita, pronte a impegnarsi e a spendersi.
Le mandiamo i nostri migliori saluti e auguri, tanto più sentiti e calorosi, visto che per storia politica e per cultura sentiamo di riconoscerci in lei, e speriamo che accetti questa nostra di buon grado e decida di risponderci.
Simone Tesi
Movimento per il Partito Democratico – Lucca
Movimento per il Partito Democratico - Lucca
giovedì 30 agosto 2007
mercoledì 22 agosto 2007
PRECARIETA' - di Cataldo Russo
Ritengo che solo dall’osservazione concreta della realtà si possa avviare una analisi delle difficoltà del nostro presente per poi cercare di risolvere le grandi questioni e gli importanti problemi del nostro Paese; e non c’è dubbio che una delle emergenze più gravi in Italia oggi sia il problema della precarietà.
Essere un giovane laureato plurispecializzato, sfortunatamente, non significa avere un posto di lavoro sicuro, base fondamentale su cui costruire e progettare un futuro; un contratto a tempo indeterminato, con le garanzie conquistate in decenni di storia e di lotte, è un miraggio paragonabile alla vincita di una lotteria. Paradossalmente, il problema riguarda in special modo quelle fasce di giovani che hanno investito molto tempo nella formazione e negli studi universitari.
In Italia ci sono molti specializzati che non riescono ad inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro; ad esempio, i giovani insegnanti, prima di entrare nelle graduatorie professionali, devono seguire un lungo percorso formativo che, una volta conclusosi, garantisce solo un interminabile periodo di precariato senza alcuna certezza di inserimento organico nel mondo della scuola.
Tralasciando il celeberrimo esempio dei lavoratori dei call center, dove non si fa nessuna retorica classista nell’affermare quanto questi giovani siano “sfruttati, mal pagati, frustrati”, il mondo dei precari è una massa silenziosa che non ha potere rappresentativo nella società, non ha diritto di parola e, nonostante alcuni tentativi del mondo sindacale, non ha alcuna possibilità concreta di essere difesa e tutelata.
Il mondo del lavoro è molto cambiato, non si tratta quindi di guardare nostalgicamente al passato, alla rigidità e alla mancanza di flessibilità: i giovani di oggi conoscono le lingue, sono mobili, intraprendenti, possono mutare nel corso di un percorso lavorativo la propria professionalità, migliorarla e trasformarla a seconda dei casi. Una flessibilità sana, non al servizio di chi sfrutta, ma al servizio di chi lavora.
Su alcuni punti il nuovo partito democratico dovrà essere rigido e non flessibile.
In particolare, dovrà esserlo sui diritti e sulla dignità del lavoro. Riportare al centro della discussione politica il lavoro ed i lavoratori, come perno della nostra società, può rappresentare una concreta svolta culturale per il nostro Paese.
Cataldo Russo
Essere un giovane laureato plurispecializzato, sfortunatamente, non significa avere un posto di lavoro sicuro, base fondamentale su cui costruire e progettare un futuro; un contratto a tempo indeterminato, con le garanzie conquistate in decenni di storia e di lotte, è un miraggio paragonabile alla vincita di una lotteria. Paradossalmente, il problema riguarda in special modo quelle fasce di giovani che hanno investito molto tempo nella formazione e negli studi universitari.
In Italia ci sono molti specializzati che non riescono ad inserirsi stabilmente nel mondo del lavoro; ad esempio, i giovani insegnanti, prima di entrare nelle graduatorie professionali, devono seguire un lungo percorso formativo che, una volta conclusosi, garantisce solo un interminabile periodo di precariato senza alcuna certezza di inserimento organico nel mondo della scuola.
Tralasciando il celeberrimo esempio dei lavoratori dei call center, dove non si fa nessuna retorica classista nell’affermare quanto questi giovani siano “sfruttati, mal pagati, frustrati”, il mondo dei precari è una massa silenziosa che non ha potere rappresentativo nella società, non ha diritto di parola e, nonostante alcuni tentativi del mondo sindacale, non ha alcuna possibilità concreta di essere difesa e tutelata.
Il mondo del lavoro è molto cambiato, non si tratta quindi di guardare nostalgicamente al passato, alla rigidità e alla mancanza di flessibilità: i giovani di oggi conoscono le lingue, sono mobili, intraprendenti, possono mutare nel corso di un percorso lavorativo la propria professionalità, migliorarla e trasformarla a seconda dei casi. Una flessibilità sana, non al servizio di chi sfrutta, ma al servizio di chi lavora.
Su alcuni punti il nuovo partito democratico dovrà essere rigido e non flessibile.
In particolare, dovrà esserlo sui diritti e sulla dignità del lavoro. Riportare al centro della discussione politica il lavoro ed i lavoratori, come perno della nostra società, può rappresentare una concreta svolta culturale per il nostro Paese.
Cataldo Russo
venerdì 3 agosto 2007
IL MOVIMENTO PER IL PD PROMUOVE LA CARTA DEI VALORI
Una nuova “carta dei valori” e la formazione anche a Lucca del Comitato Promotore Provinciale sono le due richieste emerse dall’ultima riunione del Movimento per il Partito Democratico che si è costituito a Lucca negli ultimi mesi.
Due istanze diverse che si rivolgono una agli stessi promotori del Movimento e l’altra ai vertici di partito di Ds e di Margherita di Lucca di cui viene notato il grave ritardo nella programmazione del passaggio al nuovo partito....
Scarica il doc nella sezione "comunicati stampa" del blog oppure all'indirizzo http://digilander.libero.it/giannecchinigabriele/file/mopade_03-08-07.doc
Due istanze diverse che si rivolgono una agli stessi promotori del Movimento e l’altra ai vertici di partito di Ds e di Margherita di Lucca di cui viene notato il grave ritardo nella programmazione del passaggio al nuovo partito....
Scarica il doc nella sezione "comunicati stampa" del blog oppure all'indirizzo http://digilander.libero.it/giannecchinigabriele/file/mopade_03-08-07.doc
CODICE PER UNA BUONA POLITICA
E' stato pubblicato e reso disponibile sul blog il documento "Codice per una buona politca", il manifesto che dovrà formare il comportamento del PD.
"Riteniamo di fondamentale importanza che un progetto così innovativo come la costituzione del Partito Democratico possa avere alle proprie basi delle fondamenta certe, date da un codice comportamentale definito e chiaro che dia credibilità all’iniziativa e dimostri di non seguire la moda, tanto diffusa quanto deleteria, della nostra classe politica, di porsi buoni obiettivi ma da applicare ad un futuro quasi mai troppo vicino, avocandosi, piuttosto, il merito di voler testare quei principi già nella fase costituente, sui propri candidati."
Da questo punto di vista, riteniamo utile riportare nel nostro sito i principi fondamentali che sono alla base del Codice di cui il nuovo PD intende dotarsi e di cui condividiamo lo spirito di fondo.
Codice per una buona politica - a cura dell' APD
Il codice per una buona politica dovrebbe essere costruito intorno ad alcuni principi fondamentali, non molti ma estremamente qualificanti e rigorosi, e dovrebbe uscire come una sorta di piattaforma comportamentale prodotta dal Comitato dei 45.
Scaricalo da http://digilander.libero.it/giannecchinigabriele/file/Codice_per_una_buona_politica.doc
oppure nella sezione "Scarica Documenti" del blog
"Riteniamo di fondamentale importanza che un progetto così innovativo come la costituzione del Partito Democratico possa avere alle proprie basi delle fondamenta certe, date da un codice comportamentale definito e chiaro che dia credibilità all’iniziativa e dimostri di non seguire la moda, tanto diffusa quanto deleteria, della nostra classe politica, di porsi buoni obiettivi ma da applicare ad un futuro quasi mai troppo vicino, avocandosi, piuttosto, il merito di voler testare quei principi già nella fase costituente, sui propri candidati."
Da questo punto di vista, riteniamo utile riportare nel nostro sito i principi fondamentali che sono alla base del Codice di cui il nuovo PD intende dotarsi e di cui condividiamo lo spirito di fondo.
Codice per una buona politica - a cura dell' APD
Il codice per una buona politica dovrebbe essere costruito intorno ad alcuni principi fondamentali, non molti ma estremamente qualificanti e rigorosi, e dovrebbe uscire come una sorta di piattaforma comportamentale prodotta dal Comitato dei 45.
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